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La musica di ieri e di oggi: come è cambiato l'approccio al nostro modo di ascoltare la musica

  • Immagine del redattore: Serole
    Serole
  • 20 ago
  • Tempo di lettura: 4 min

Nella vita di tutti i giorni, spesso si sente l'espressione "ai miei tempi", un modo per sottolineare la differenza tra le generazioni. Chi usa questa frase ha generalmente una certa età, ma con l'età arriva anche l'esperienza e la vita vissuta. Negli anni passati, l'approccio all'ascolto della musica era molto diverso rispetto a oggi. C'era una maggiore curiosità e una sincera ricerca verso ciò che veramente ci interessava. Oggi, invece, la musica è servita su un piatto d'argento, pronta per essere consumata senza alcuno sforzo. In questo post, esploreremo come è cambiato il nostro modo di ascoltare la musica e cosa significa questo per le nuove generazioni.


L'era della scoperta musicale


Negli anni '80 e '90, ascoltare musica era un'esperienza attiva. Si passavano ore davanti alla radio con un mangiacassette, in attesa di catturare la nostra canzone preferita. Ogni volta che si sentiva il brano giusto, si premeva il tasto "rec" con una certa emozione, sperando di registrarlo senza interruzioni pubblicitarie. Questo processo richiedeva pazienza e dedizione, ma era anche un modo per costruire una connessione personale con la musica.


C'era l'aspettativa per una nuova uscita, risparmiare i soldi per comprarsi il disco....

In generale oggigiorno c'è la sindrome da Netflix: mi spiego... ricordo quando è uscito la serie tv Friends: ogni sera alle 7 ci si metteva davanti alla tv per quei straordinari 30 minuti di risate e poi via ad aspettare il giorno dopo stessa ora e stesso canale, dopo aver fatto una sano e ilare dibattito con amici. Adesso ( A parte Friends che non è disponibile) ti puoi guardare 7-8 stagioni di una serie durante un weekend se hai voglia. Tutto pronto e nessuna attesa, si forse per il popcorn!


Oggi, invece, la musica è a portata di clic. Con piattaforme di streaming come Spotify e Apple Music, le canzoni sono disponibili in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Questo ha reso l'ascolto della musica molto più semplice, ma ha anche ridotto il senso di scoperta e di attesa che caratterizzava l'esperienza musicale di un tempo.


La musica è sempre stata parte integrante della nostra vita quotidiana. In passato, ascoltare musica era un'attività dedicata, un momento di riflessione e di connessione con le emozioni. Oggi, a parte essere un sottofondo mentre svolgiamo qualche attività, come lavorare, studiare o persino fare la spesa non riveste quel ruolo quasi rituale come nel passato. A mio parere è più una fruizione superficiale dove le canzoni vengono ascoltate senza un vero e proprio coinvolgimento magari perchè bombardati da pubblicità sulla bravura di questo o quell'artista


La nostalgia e il valore della musica


Nonostante i cambiamenti, c'è ancora un forte legame emotivo con la musica. Le canzoni possono evocare ricordi e sentimenti, e molte persone continuano a cercare la musica che ha segnato le loro vite. La nostalgia gioca un ruolo importante in questo, e spesso le persone tornano ai brani che ascoltavano da giovani, trovando conforto e familiarità in essi.


Tuttavia, la musica di oggi è spesso percepita come meno autentica rispetto a quella del passato. Molti artisti contemporanei sono influenzati da tendenze commerciali e producono brani che seguono formule collaudate, il che può portare a una mancanza di originalità. Questo ha portato a un dibattito su cosa significhi realmente "musica" e su come possiamo preservare il valore dell'arte musicale in un'epoca di consumismo. La musica è diventata un elemento di intrattenimento costante, ma questo ha anche portato a una certa omogeneizzazione dei gusti musicali. Con l'accesso a miliardi di brani, è facile perdersi in un mare di opzioni e dimenticare l'importanza di esplorare generi e artisti meno conosciuti.


Un mangiacassette vintage che evoca ricordi musicali
Un mangiacassette vintage che evoca ricordi musicali

La tecnologia e il futuro della musica


La tecnologia ha avuto un impatto enorme sul modo in cui ascoltiamo la musica. Dalla nascita del vinile, passando per le cassette e i CD, fino ad arrivare allo streaming, ogni innovazione ha cambiato il panorama musicale e l'approccio al modo di ascoltare la musica. Oggi poi, con l'intelligenza artificiale e i sistemi di raccomandazione, la musica apparentemente è più personalizzata che mai. Ma lo è veramente? Le piattaforme di streaming possono suggerire brani in base ai nostri gusti, rendendo più facile scoprire nuova musica ma secondo me dentro questo pacchetto fatto su misura non esiste una reale scelta ma solo una predisposizione passiva a consumare musica che magari in altri momenti non faceva parte dei nostri gusti.


Tuttavia, questo solleva anche interrogativi su come la tecnologia influenzi la creatività degli artisti. Se da un lato offre opportunità senza precedenti, dall'altro potrebbe anche limitare la libertà artistica, costringendo gli artisti a conformarsi a ciò che è popolare per raggiungere il successo.


La musica come forma di espressione


Nonostante i cambiamenti, la musica rimane una forma potente di espressione. Gli artisti continuano a utilizzare la loro arte per affrontare questioni sociali, politiche e personali. La musica ha il potere di unire le persone e di creare comunità, e questo è un aspetto che non è cambiato nel tempo.


Le nuove generazioni, pur avendo un approccio diverso all'ascolto, continuano a trovare nella musica un modo per esprimere le proprie emozioni e per connettersi con gli altri. La musica è ancora un linguaggio universale, capace di superare barriere culturali e generazionali.


Approccio al modo di ascoltare la musica: si stava meglio quando si stava peggio?


In conclusione, il nostro modo di ascoltare la musica è cambiato radicalmente nel corso degli anni. Mentre un tempo l'ascolto era un'attività attiva e coinvolgente, oggi è spesso un'esperienza passiva e superficiale. Tuttavia, nonostante questi cambiamenti, la musica continua a svolgere un ruolo fondamentale nelle nostre vite, offrendo conforto, connessione e ispirazione.


Non è un caso se a parte le meteore del momento la maggior parte delle persone ascolta i grandi classici della musica pop e rock, e nonostante qualche leone da tastiera dica che alcuni gruppi veterani dovrebbero ritirarsi e godersi la vita, non capiscono la quintessenza della musica: non puoi farne a meno.

Giusto ieri ascoltavo i Doobie Brothers e mi è venuto il sorriso sulle labbra pensando che sono ancora attivi dopo piû 50 anni dal debutto, ci sarà un motivo no? Per non parlare di altri mostri sacri che pur avendo superato i 70 sono ancora a sgambettare sui palcoscenici.


La sfida per le nuove generazioni sarà quella di trovare un equilibrio tra la comodità dell'ascolto moderno e il valore della scoperta musicale. Solo così potremo continuare a godere della bellezza e della potenza della musica, indipendentemente dall'epoca in cui viviamo.

 
 
 

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