Come ho detto precedentemente i primi 10 pezzi sono stati molto sperimentali per me e ascoltando Memories mentre scrivo, sorrido un po' pensando alla parte ingegneristica (mix e master). Considerando che ho fatto tutto da autodidatta sono contento del risultato. Del resto la pratica rende migliori, soprattutto se accompagnata da una buona dose di autocritica. E io sono il primo e più aspro critico di me stesso, solitamente mai soddisfatto del prodotto finale che può sempre essere migliore.
Ti capita mai di perderti in un vortice di ricordi, ognuno dei quali porta con sé il proprio ed unico peso emotivo? I ricordi hanno la straordinaria capacità di trasportarci in un tempo e in uno spazio diversi, facendoci rivivere quei momenti come se accadessero proprio davanti ai nostri occhi.
Questo fenomeno è stato il catalizzatore dietro la mia composizione musicale intitolata "Memories".
Entusiasta dei primi due pezzi la mia mente andava a diecimila miglia all'ora e probabilmente il mio lato romantico (sì, ne ho uno!) ha iniziato a elaborare una sorta di scene in cui scavare, come in un pozzo dei desideri, nuove idee.
Ero molto interessato all'uso di elementi elettronici ma senza perdere il contatto con il mio background, quindi ho iniziato a pensare, pensare e pensare... e la musica era lì.
Una considerazione interessante è che quando ho un pensiero, la musica si dipinge già nella mia mente con lo strumento appropriato abbinato all'idea da trasmettere.
A volte sembra una corsa contro il tempo per non dimenticare la linea melodica che mi viene in mente e a volte (e questo è divertente) uso il telefono per registrare un motivo che giorni dopo, riascoltando, non ha significato o contesto.
Torniamo a "Memories".
Per qualche ragione il colore della musica era piuttosto scuro con tastiera e violoncello che davano il tono al pezzo, con poi il flauto che introduceva quella che sarà la melodia centrale.
Più scrivevo più strati trovavo e sembrava come se tutti gli strumenti condividessero i propri ricordi come in una conversazione tra amici.
È stato davvero affascinante fare un passo indietro e ascoltare ciò che stava prendendo vita e avere la netta sensazione che quella voce parlasse e allo stesso tempo ascoltasse le altre e commentasse con le proprie inflessioni.
Ricordo che alcuni mi dissero che c'erano troppi strati e che poteva creare confusione per l'ascoltatore, sebbene fosse un pezzo molto bello, ma questo commento mi fece sorridere perché nella mia mente l'obiettivo era raggiunto.
Il mio obiettivo era dare vita alle montagne russe di emozioni che spesso i ricordi scatenano, creando un paesaggio musicale che risuoni con l'esperienza umana.
Mentre ti immergi nelle armonie di "Memories", potresti trovare conforto nel riconoscere che ogni nota, ogni pausa, riecheggia la profondità dei tuoi episodi di vita. Abbraccia le emozioni che evocano.
Quando arrivano i ricordi possono essere chiari ma possono confondersi e sovrapporsi e aprire così tante porte che devi smettere di pensare altrimenti il passo successivo è una buona aspirina.
Ho concluso il pezzo chiudendo il cerchio che avevo aperto all'inizio con un sapore agrodolce in bocca, non sicuro se tutti questi ricordi fossero belli o meno.
Per quanto desideriamo distaccarci dalla storia, essendo la persona che "tiene la penna per scrivere", credo che ci sia sempre un viaggio personale dietro ogni pezzo. Qualcosa che può far parte dello stesso momento o periodo che stai vivendo o di un'esperienza passata che riaffiora o qualcosa che hai sentito dire....
Aspetta.... questo è il prossimo pezzo 😉
Ne frattempo ascolta Memories ( #30 in questa playlist )
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